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Scritto da Redazione il: 6 Marzo 2018

SMART WORKING: IL FUTURO DEL LAVORO A PORTATA DI CLIC

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Il Jobs Act del lavoro autonomo e del lavoro agile (legge 81 del 22 maggio 2017) ha sancito la diffusione di una nuova e importante modalità di lavoro: lo Smart Working. Già diffuso da diversi anni in particolar modo nelle grandi organizzazioni statunitensi, il concetto di Smart Working (che non va confuso con il telelavoro) si è diffuso anche in Italia al seguito di un necessario riconoscimento in ambito normativo e giuslavoristico. 

Lo Smart Working, nello specifico, è una particolare modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato che avviene sulla base di un accordo tra datore di lavoro lavoratore. Quest'ultimo può svolgere parte del proprio lavoro al di fuori dell'ambiente aziendale (senza vincoli di orario né di luogo) non usufruendo di una postazione fissa e utilizzando strumenti tecnologici che gli permettano di svolgere adeguatamente le proprie attività da remoto. 

UNA NUOVA LOGICA DEL RAPPORTO DI LAVORO

Attraverso l'introduzione delle modalità di Smart Working vengono modificate alla base le logiche del rapporto tra il datore di lavoro e i suoi collaboratori. Una conseguenza fondamentale di questi cambiamenti è senza dubbio la maggiore importanza attribuita alla fiducia tra le parti, a cui fa seguito la rilevanza riferita al raggiungimento degli obiettivi comuni e della valutazione individuale sulla base degli stessi. Soprattutto per il lavoratore, poi, al cambiare delle dinamiche lavorative (meglio orientate in termini di elasticità di orari e luoghi di lavoro) cambiano anche i rapporti tra vita privata e vita professionale.

Chiunque lavori in condizioni di Smart Working ha diritto allo stesso trattamento normativo ed economico dei colleghi che non rientrano in questa specifica modalità professionale, nonché alla medesima tutela in termini di salute e sicurezza con aggiunta, però, di un fondamentale diritto alla disconnessione (il diritto, cioè, di non essere reperibili 24 ore su 24).

Secondo le stime del Politecnico di Milano, sono circa 250.000 i lavoratori italiani in grado di optare per lo Smart Working. Si tratta, in linea di massima, di lavoratori quarantenni per la maggior parte residenti al nord. Tuttavia, si tratta di cifre destinate a crescere: ad oggi, il 51% dei professionisti e dei manager lavora da remoto per almeno metà settimana.

VANTAGGI E OBIETTIVI

Soprattutto per i lavoratori pendolari, lo sviluppo dello Smart Working può voler dire risparmiare tempo e fatica, nonché evitare di immettere nell'aria almeno 1.400 tonnellate di Co2. Per le aziende, i vantaggi di un'apertura allo Smart Working riguardano principalmente un considerevole abbattimento dei costi relativi all'utilizzo delle sedi fisiche e della loro gestione. Si può risparmiare, infatti, sui costi di illuminazione e climatizzazione (sia invernale che estiva) degli uffici, così come sulle spese relative alla pulizia dei locali e delle eventuali mense in sede. 

Gli obiettivi principali delle aziende italiane (oltre quel 17% che nel 2015 aveva già avviato progetti di Smart Working, percentuale in cui rientrano già, ad esempio, Siemens, Microsoft e Ferrovie dello Stato) sono sostanzialmente rivolti alla capacità di incrementare la competitività agevolando la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. 

Il fenomeno dello Smart Working, inoltre, si lega anche alla diffusione del cosiddetto “coworking”, vale a dire la condivisione di spazi dove – se non si vuole rimanere in casa – è possibile affittare una scrivania e godere di un ambiente simile a quello di lavoro. Gli spazi di coworking sono spesso frequentati da lavoratori freelance o autonomi e ad oggi, in Italia, sono circa 300 (presenti soprattutto in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna).

CARATTERISTICHE FONDAMENTALI

Per l'adozione dello Smart Working è necessario stipulare un accordo scritto tra le parti.
Questo accordo dovrà stabilire:

  • la durata dell'accordo stesso, sia esso a tempo determinato o indeterminato; 
  • la possibilità di preavviso di 30 giorni (90 per i lavoratori disabili) per il recesso dal contratto negli accordi a tempo indeterminato o in presenza di una motivazione giustificata;
  • la sottoscrizione di una disciplina dell'esecuzione della prestazione lavorativa al di fuori dei locali aziendali; si fa particolare riferimento agli strumenti tecnologici utilizzati e al rispetto del diritto alla disconnessione per il lavoratore;
  • le modalità di controllo della prestazione lavorativa al di fuori dei locali aziendali sulla base dell'articolo n.4 dello Statuto dei Lavoratori.

Il lavoratore deve cooperare all'attuazione delle misure relative alla tutela della sicurezza sul lavoro e ha diritto al medesimo trattamento economico e normativo dei colleghi che non lavorano in condizioni di Smart Working. Il datore di lavoro, da parte sua, deve garantire la salute e la sicurezza del lavoratore consegnandogli annualmente un'informativa sui rischi specifici e generali. Il datore di lavoro, inoltre, può riconoscere al lavoratore un diritto di apprendimento e la periodica certificazione delle relative competenze. 

Le tariffe e i premi assicurativi INAIL sono uguali sia in caso di lavoro interno che in caso di Smart Working. Vengono coperti gli infortuni in itinere se il luogo di lavoro viene scelto in base a specifiche esigenze lavorative o al bisogno del lavoratore di conciliare esigenze di vita con esigenze di lavoro.